Europavox 2018: Così fan pochi.

Lo scorso fine settimana abbiamo
assistito alle esibizioni di alcune tra le attuali realtà musicali
europee più interessanti e degne di nota nel panorama
dell’elettronica (e affini).

Venerdì 7 e Sabato 8, le sale del Teatro Comunale di Bologna hanno fatto da cornice a qualcosa che, molto sinceramente, vorremmo vedere più spesso. Artisti e audience si sono infatti ritrovati catapultati in un’esperienza tanto mistica quanto unica ed entrambi non hanno potuto che rendere grazie ai ragazzi dell’Estragon, artefici di uno spettacolare mix ad altissima densità nel quale affreschi, lampadari e sale di secoli lontani hanno preso nuova vita, inondate dalle sonorità vibranti, audaci e a tratti folli, ma non per questo meno ricercate e pregevoli, degli artisti esibitisi all’Europavox-Bologna 2018.

Lydmor

La
line-up della prima serata (Zyklus,
Malik Djoudi,
Douglas Dare,
Clap!Clap!)
svoltasi interamente nel foyer del Teatro, ha visto avvicendarsi
musicisti che, considerando i relativi background, influenze ed
orizzonti, hanno avuto occasione e capacità di coinvolgere l’intera
platea, conducendola lungo quattro percorsi (di circa 40min l’uno)
intensi e – a tratti estremamente – diversi, dando vita a
un’esperienza dalla organicità e strutturalità impareggiabili.

Discorso leggermente diverso va fatto per la seconda serata (Garbanotas, ŽEN, Shortparis, Σtella, Altre di B, Giò Sada, Indian Queens, Lydmor, Kiasmos).

Altre di B

Il sabato, infatti, ha visto alternarsi ben nove artisti su due palchi diversi (“Sala Rossini” e, ancora una volta, il foyer). All’incessante viavài di persone, su e giù per i piani del Teatro, si è accompagnato in parallelo un susseguirsi tumultuoso e frenetico di diversi stili musicali ed espressivi, di volumi e intensità. Per quanto riguarda la sostanza, ci sono state due percettibili differenze rispetto alla prima serata, ovvero: qualche tinta di sano e semplice rock (quasi assente il venerdì) e una maggiore, notevole eccentricità esibita da gran parte degli artisti e ben accolta da un pubblico irrimediabilmente coinvolto, segno anche di una intima fusione sensoriale e viscerale avvenuta tra musicisti e spettatori, dalle prime note di Zyklus fino al dj set di Kiasmos.

A tutti gli artisti di Europavox-Bologna 2018 va, dunque, il merito di aver toccato, ognuno a suo modo, le corde dell’anima degli astanti e di averne scosso occhi, orecchie, arti e quant’altro. Doveroso, inoltre, sottolineare l’eccezionale pluralità delle nazionalità rappresentate on-stage e la risoluta certezza che, almeno per quanto riguarda il panorama musicale, esiste una Europa vibrante, solerte e che si fa sentire… (e non è cosa da poco).