Dropkick Murphys, Pennywise, Rumjacks e Jesse Ahern le foto del concerto di Jesolo

Domenica 5 febbraio 2023 il Palazzo del Turismo si trasforma in una bomba a suon di punk con Dropkick Murphys, Pennywise, The Rumjacks e Jesse Ahern. Le foto e il racconto della serata

Per farsi quasi 5 ore di macchina (tra andata e ritorno) di domenica deve esserci un motivo più che valido. La serata prometteva bene, come vi avevamo già raccontato qui.

Il Palazzo del Turismo è pieno ma non straripante, la divisione dei biglietti tra platea e gradinate si rivela piuttosto insensata ed inutile, le gradinate sono quasi vuote e la gente giustamente scende nel parterre. Vi segnaliamo che nella stessa venue ad aprile ci sarà Steve Vai e a giugno i Sum41.

Ad aprire le danze ci pensa Jesse Ahern, cantautore folk-rockabilly proveniente da Boston che presto inciderà un album con la Dummy Luck, etichetta dei Dropkick Murphys. Il pubblico c’è, risponde con le mani e con i cori.

Gli animi si impennano con l’ascesa al palco dei The Rumjacks. La band di Sydney nata nel 2008 dimostra che si può fare dell’ottimo irish punk anche nascendo (come band) nel nuovo millennio. Non si vedevano da un po’ nuove band del genere in grado di raccogliere simile consenso. Alcuni brani, soprattutto An Irish Pub Song hanno già conquistato il pubblico amante del genere. La band sul palco mantiene un’energia altissima per i 40 minuti concessi. Il pubblico salta, poga e si diverte.

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A salire sul palco dopo i The Rumjacks sono gli attesissimi e non più giovanissimi, Pennywise. Poco più di mezz’ora di concerto con un paio di piccole pause nel mezzo, ma tanto basta a far infiammare il pubblico che canta a squarciagola Society, Fuck Authority, Bro Hymn Tribute e i pezzi più famosi della band californiana tra i capostipiti dell’hardcore melodico mondiale.

Ad un certo punto Jim Lindberg decide di fare delle foto con la mia macchina fotografica, il risultato non è eccellente, ma le lascio qui sotto per dovere di cronaca. Ma il vero eroe della giornata si chiama Mattia, è arrivato da Bergamo coi suoi compagni di band, i Tabalore, sfoggiando un cartello “Let me sing Fuck Autority with you” e così Mattia viene chiamato sul palco, canta e suona per due pezzi prendendosi la scena e il delirio del pubblico.

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Ed infine salgono sul palco, in mezzo ad una scenografia un po’ macabra, tra teschi, candele e statue della madonna, i Dropkick Murphys. Nonostante i suoi 54 anni Al Barr è un animale da palco – e da transenna – corre, salta sulla transenna a far cantare il pubblico, intrattiene. Un concerto di 1 ora e 45 minuti ripercorrendo grandi successi urlati a gran voce dalla platea e brani dell’ultimo album “This Machine Still Kills Fascists” con pezzi meno punk a tratti ma sempre molto intensi.

Altro eroe della serata: durante il concerto Al si accorge che un paio di ragazzi stanno bevendo da dei contenitori di Pringles riempiti di chissà cosa. Ad un certo punto uno dei due astucci di patatine vola sul palco ed un tecnico di palco lo recupera, ma prima di asciugare il pavimento e tornare dietro il mixer decide di dare una bella sorsata fronte pubblico prendendosi un urlo di approvazione dal pubblico.

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