blindur exit intervista

Blindur ci fornisce un manuale contro la paura: racconto di EXIT

EXIT, il nuovo album di BLINDUR è il 30 settembre. Un disco curioso e originale che ci ha stimolato un sacco di curiosità.

Il songwriter e producer Massimo De Vita, in arte Blindur, è tornato. Exit è uscito per La Tempesta Dischi / distr. Believe, ed è stato anticipato dai singoli “Sereno” e “Stati di Agitazione” feat. Rodrigo D’Erasmo.

E noi ce lo siamo fatti raccontare proprio da Blindur!

 

Exit è il tuo terzo lavoro, uscito anche in vinile il 30 settembre. Che storia racconta
e com’è stato accolto dalla critica e dal pubblico?

EXIT è un manuale contro la paura, una guida per andare in contro ai propri
fantasmi, alle ansie di questa strana epoca, all’ignoto che si nasconde dietro
l’uscita di emergenza. Le 11 canzoni sono gli ingredienti, i reagenti per visioni
psichedeliche della realtà, l’antidoto è il gioco, l’unico vero modo, per me, di
leggere il presente. Fin qui mi pare che l’accoglienza riservata a questo album sia
davvero buonissima; le presentazioni live sono state entusiasmanti ed
emozionanti, ci arrivano tantissimi messaggi con parole splendide e io e il resto
della banda siamo davvero grati per tutto questo.

Il disco ha anche una parte ludica, legata ad un gioco che si può trovare nella
versione in vinile.C’è un messaggio nascosto? Com’è nata l’idea?

L’idea è nata nel modo più vecchio e primordiale nel quale nascono i giochi: per
fronteggiare gli ostacoli quotidiani, per trasformare gli inciampi in sfide, gli
imprevisti in occasioni. Alan Whats dice che la vita è un gioco e che, in questa
chiave di lettura, tutto appare diverso, capovolto, possibile, verticale. Da queste
idee sono partito per inventare il gioco contenuto nel disco in vinile: un vero e
proprio tabellone, superbamente realizzato da Vincenzo Del Vecchio e Sigiu
Bellettini, dadi, pedine e regolamento, liberamente ispirato alle canzoni. La mia
passione per la ritualità, per il racconto, per la dinamicità, ma anche per la
lentezza propria del tempo intenso e della condivisione, si è tutta condensata in
questo disco/gioco.

C’è stato spazio per i feat. in questo disco, come sono nati questi brani e queste
collaborazioni?

Credo nel valore dei feat quando a muoverli è qualcosa di sincero, la stima
reciproca e, possibilmente, l’affetto. Tutte le persone coinvolte in questo disco,
famose o no, sono tutte persone amiche, tutti super professionisti che conosco da
una vita e con i quali ho piacere a condividere il mio tempo privato, ancor prima
che la musica. Però sono anche tutte persone con le quali almeno una volta si è
detto “prima o poi facciamo qualcosa insieme in studio”, questo album è arrivato
proprio per far succedere tutte quelle volte!

Exit è il tuo terzo lavoro, Caparezza diceva che il secondo album è sempre il più
difficile nella carriera di un artista, sei d’accordo o è stato complicato lavorare a
questo disco?A livello musicale hai portato nuove influenze o consolidato ciò che
abbiamo trovato nelle tue precedenti canzoni?

“Blindur”, il mio primo album, è stato realizzato Esteticamente, ci sono le mie
origini folk, la mia indole rock – alternative, ma, essendo frutto del lavoro di una
ventina di persone, ci sono ovviamente tanti elementi diversi dai dischi precedenti;
forse la maggior parte dei testi è meno narrativa rispetto al passato, c’è più
simbolismo e più psichedelia, ma più di tutto credo ci siano sentimenti nuovi, più
maturità, più profondità e più luce.

Per la presentazione di Exit ci sono delle date in programma?

Il tour partirà il 24 novembre da Siena e continuerà fino alla fine di febbraio; da
Bolzano a Catania, faremo i nostri giri pazzi alla ricerca del live perfetto, tirando
dadi e stando a vedere il gioco dove ci porterà. Poi ci piacerebbe tornare
all’estero, come abbiamo fatto spessissimo in passato, ma facciamo una cosa alla
volta.

Per questo disco hai collaborato con una squadra ormai rodata e confermata.
Quanto è importante avere un team solido?

Senza la band che mi accompagna dal vivo ormai dal 2019 e senza Paolo Alberta
e Birgir Birgisson, questo disco non sarebbe proprio stato possibile, forse non lo
avrei nemmeno mai registrato; stesso dicasi per Big Time e Tempesta, il mio uff.
stampa e la mia etichetta dal 2017, che mi sopportano (sì ho un caratteraccio!),
sono sempre disposti ad ascoltare le mie idee strambe, a stare al mio fianco nei
momenti importanti. Credo sia fondamentale avere un gruppo di lavoro solido,
anche se sono una persona curiosissima e affamata sempre di nuovi incontri,
perché credo fermamente che la condivisione sia tutto; fare le cose da solo in certi
momenti è l’unica via, è importante e può essere terapeutico, ma contaminare,
farsi contaminare, è la vera sfida / opportunità, l’unica via d’uscita: giocare da soli
è noioso, giocare in compagnia è tutto!