Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse - Vinicio Capossela - Bestiale Comedìa.

Bestiale Comedìa, Vinicio Capossela incanta il Duse

In una fredda notte invernale il palco del Teatro Duse è stato scaldato da Vinicio Capossela e sapienti musicanti come Vincenzo Vasi e Raffaele Tiseo. Ha avuto luogo la Bestiale Comedìa

Un concerto in cui si dipanano richiami alle cantiche dantesche, in ricordo dei 700 anni dalla morte del poeta. I personaggi e le suggestioni della grande produzione artistica di Vinicio Capossela si incontrano ascendendo dall’inferno al paradiso.

I protagonisti si rivelano al pubblico e cantano il mannaro che abbiamo dentro; urla di affermazione contenute in uno spazio che pare fin da subito sacrificare la voglia di urlare e muoversi. Guidati da Caronte le anime spettatrici sono spinte all’esaltazione della natura umana che spesso viene negata da un netto ostracismo del corpo e della passione ad opera dei poteri più biechi. Pochi minuti dopo Sant’Antonio ruba il fuoco per ricrearci in un falò collettivo, il pubblico però non è abbastanza caldo ancora, l’umidità padana riesce a coprire le braci di dentro.

Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse - Vinicio Capossela - Bestiale Comedìa.
Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse – Vinicio Capossela – Bestiale Comedìa.

L’atmosfera bruciante dell’inferno continua nella presa di coscienza di un povero Cristo che ritorna sulla croce e urla all’uomo invano perché sono le guerre ad essere signore della terra. All’inferno ci sono anche i profeti non creduti, piuttosto che credere in qualcosa si striscia con faccia a terra. Ecco che dalle nostre profondità bestiali viene citato l’amore ma ricordandoci che l’amante di Modì ne muore e che ogni uomo tende ad uccidere quello a cui vuol più bene. Uno sguardo malinconico ci attraversa ma ha la grazia di non cadere mai nella colpa.

Si preannuncia un concerto fiume, sicuramente più accogliente dello Stige. Dimmi Tiresia e Nostos ci portano alla follia, alla ricerca forsennata di qualcosa, dimentica del mondo ma dai quali si ritorna comunque cambiati. C’è chi viaggia per il gusto di farlo o per tornare sempre ad un amore, tornare sempre nelle camere a sud del cuore.

Un concerto canonico sarebbe terminato, noi concludiamo soltanto l’inferno e ce lo dice Vinicio riattaccando un cammino purgante con una sferzata marina riprendendo When the ship comes in di Dylan. L’energia sale e i nostri corpi iniziano ad essere veramente sacrificati tra le sedie. La tarantella riadattata di Matteo Salvatore ci sveglia ed io mi alzo e mi metto a ballare. Oramai l’entusiamo è tale da cantare Knockin’ on heaven’s door unito al grido di chi muore muore chi campa campa.

Nel purgatorio ci si chiede spesso Che coss’è l’amor e talvolta ci si risponde che è il vino a custodire questo segreto. Particolarmente apprezzato il ricordo di Piero Ciampi un grande artista poco conosciuto.

Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse - Vinicio Capossela - Bestiale Comedìa.
Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse – Vinicio Capossela – Bestiale Comedìa.

Franco Battiato, recentemente scomparso, viene celebrato con uno dei suoi pezzi geniali che ci fa urlare con speranza che si salverà soltanto chi non ha voglia di fare niente  e cazzo si, che liberazione! Ma ancora non siamo liberi, per niente. Ci sono creature che ci tengono prigionieri in un paradiso tiepido, mascherato di passati rimpianti. Le sirene non ci cantano il futuro, ci danno quel che è stato. Ma il tempo non è gentile e se ti fermi ad ascoltarle ti lascerai morire. Perché il canto è incessante ed è pieno di inganni e ti toglie la vita mentre la sta cantando.

E devo ammettere che per un tratto ci sono cascato e mi sono tuffato con il rischio di non tornare. Anche grazie ad un magico theremin, ho ancora in testa il suo canto. Fortuna che siamo giunti alla sommità e una delle canzoni più recenti di Vinicio mi ha schiaffeggiato e mi ha riportato alla gioia della vita che gioca nelle pozzanghere. Il porco si è impadronito del palco e dal mio vedevo che i culi si muovevano con gran ritmo. Siamo all’alba delle due ore di concerto e al pianoforte Capossela ci introduce nei primi cieli, luogo di serenità dove non ci sono separazioni né disaccordi, anche i calzini non si spaiano. Ci lasciamo cullare dal suo pianoforte. I musicanti al completo tornano per trasportarci nella rosa dove tutto trionfa di bellezza, dove sta il fiore che non appassisce nonostante si doni, dove si può andare con lentezza.

E infine! Moltissimi in piedi per celebrare la gioia dell’uomo vivo!

Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse - Vinicio Capossela - Bestiale Comedìa.
Ph. Massimiliano Donati per Teatro Duse – Vinicio Capossela – Bestiale Comedìa.

La gente si sta vestendo quando tutti rientrano sul palco, Vinicio sorseggia vino e ricorda Vittorio Tondelli e Freak Antoni, che considera per certi versi suoi maestri. Siamo davvero alla fine e probabilmente non c’è più nessun filo conduttore. Siamo un po’ stanchi e perduti dopo questa epopea, i musicanti ci salutano con una dolcissima “Ovunque proteggi”, tra le canzoni più affettuose mai scritte.

Un concerto che rimane concerto nonostante la bravura di Capossela e musicisti, non riesce ad essere pieno spettacolo. Il contesto certo non permetteva una celebrazione collettiva e i richiami a Dante e alla contemporaneità erano sì presenti ma non arrivavano, per dirla come direbbe un regista teatrale. Ma noi ce ne freghiamo, Battiato dal canto suo butterebbe dalla torre tutti i registi e io mi sento di seguirlo. Capossela si conferma, a mio parere, tra i più sapienti della contemporaneità italiana.

a cura di Gianmarco Ferrari

Questo slideshow richiede JavaScript.