amyl and the sniffers

L’era del punk è ora: Amyl and the sniffers squarciano Acieloaperto

Per chi conosceva la band australiana per i brani più gettonati in radio o per chi come noi non aveva ancora avuto il piacere di assistere a un live degli Amyl and the Sniffers la serata di apertura di Acieloaperto è stata una bellissima sorpresa.

Dopo un’introduzione sul prato con due band che hanno accompagnato il tramonto a suon di declinazioni rock è stata ora di spostarsi sottopalco per godere di un concerto decisamente punk. Definiti post punk, li Amyl and the sniffers possono fregarsene altamente del “post” e tatuarsi sottopelle il termine punk, esploso in scena con un concentrato di energia, rude e sincerto come solo questo genere sa essere.

La band non ha risetito del live della sera precedente, garantendo un concerto di un’ora che può essere paragonato alla nitroglicerina. Poche parole, una canzone dedicata agli italiani e all’alcool, alcuni ironici “vaffanculo” e “viva Valentino Rossi” hanno intervallato una scaletta a 1000 watt che ha fatto l’occhiolino ai due album prodotti nei sei anni di carriera, Amyl and the Sniffers e Comfort to me.

Il pubblico ha mostrato dedizione alla causa punk non mollando mail il colpo e mantenendo il pogo, lo stage diving, il lancio di birre, specchio di ciò che la band e in particolare Amyl ha donato sul palco. Lei inarrestabile in stivaloni neri e completino bikini giallo,  un limone impazzito sul palco, acompagnata da un basso cattivissimo e una chitarra suonata con l’espressione estatica di Dec.

Una della migliori soprese di inizio stagione che conferma l’oculatezza di Acieloaperto per una programmazione densa e qualitativamente ineccepibile, in una cornice intima e che non ha bisogno di nessun fornzolo aggiuntivo. Un evento che si mostra com’è, amante della musica e della condivisione, quello che ci mancava.

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